
Intervista telefonica con
Raffaele Paganini,sabato 8 ottobre alle ore 18.00,
dopo il debutto di martedì 4 ottobre al Teatro Quirino
con
Un americano a Parigi. George Gershwin: diario di un viaggio.In scena fino al 16 ottobre.
Teatro Quirinohttp://www.teatroquirino.it/Compagnia Nazionale Raffaele Paganinihttp://www.danzadance.com/atelier_raffaele_paganini.htmlRadio Città Apertafrequenza 88.9 in fm
streaming al link
http://www.radiocittaperta.it/stream.htmper intervenire:
sms al numero 3403605299
contatto msn red.mus@radiocittaperta.it
Compagnia Nazionale Raffaele Paganini e presentanoRAFFAELE PAGANINI APRE LA STAGIONE TEATRALE
A ROMA TEATRO QUIRINO
dal 4 al 16 ottobre 2011
George Gershwin: Diario di viaggio di un americano a Parigicoreografia
Luigi Martellettascene e costumi
Giuseppina Maurizilibretto
Riccardo Reim(MBComm) Roma: Il sipario del teatro Quirino, quest'anno, si apre sulle “punte” di Raffaele Paganini e della sua Compagnia.
La noia della routine di una sala prove di Brodway a metà degli Anni Venti dove un giovane promettente musicista troppo raffinato e troppo intelligente (Jacob Gershowitz alias George Gershwin, ebreo, famiglia modesta, talento precoce) si sente irrimediabilmente "allo stretto": una discussione, la voglia improvvisa di andarsene altrove, volare via in Europa in cerca di "radici"…
Ed ecco Parigi, cuore culturale del Vecchio Continente, (che in quegli anni per un musicista come lui vuol dire soprattutto Maurice Ravel), ecco un viaggio – soprattutto attraverso se stesso e il proprio talento – forse ancora soltanto sognato, ecco l'esplodere della giovinezza, ecco l'inconscio presagio di una terribile malattia che lo condurrà precocemente alla tomba senza però mai intaccare la sua meravigliosa vitalità di artista.
Per la prima volta in Italia, l’attuale elaborazione drammaturgica per balletto, curata da Riccardo Reim, per la coreografia di Luigi Martelletta e l’interpretazione coinvolgente ed impeccabile di Raffaele Paganini, senz’altro il ballerino italiano più adatto, per la sua formazione e la sua storia a ricoprire tale ruolo, attinge in parte al grande schermo, per la costruzione di una “trama”, ed in gran parte alla composizione originale.
Nuovo è il dato biografico riguardante George Gershwin. Lui stesso, neppure trentenne, giovane “americano a Parigi”, dove effettivamente soggiornò subendone l'influenza nel processo creativo, abbagliato dalla cultura europea, amante della tradizione classica, pazzamente invaghito della musica di Maurice Ravel.
“Un americano a Parigi” diviene così anche un’indagine su ciò che costituisce il processo creativo in un musicista fortemente anomalo come Gershwin, capace di una sintesi unica e irripetibile tra le musiche di estrazione popolare e quelle di tradizione più nobile, riuscendo come nessun altro a fonderle in una miscela di immenso fascino.
L’atmosfera davvero irripetibile della Parigi degli ultimi anni Venti, una Parigi ancora memore della grande stagione impressionista e capitale culturale d'Europa, verrà qui resa, anche scenograficamente, con numerose citazioni pittoriche attraverso lo sguardo innocente ed entusiasta del protagonista e del suo innamoramento giovanile per la cultura d’oltreoceano, di cui avverte in sé le radici.
L'interpretazione di Raffaele Paganini e il fremito e la passione che animavano la Parigi del primo dopoguerra condurranno lo spettatore in un viaggio a ritroso che, senza dubbio, lascerà nella memoria un'impronta indelebile.
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